La diplomanda

Nico Morabito
4 min readApr 3, 2024

Insomma, sono in questa biblioteca scalcagnata con i calcinacci che ci cadono in testa e che sta chiusa un giorno sì e l’altra mezza giornata pure, e se non sono i calcinacci è l’acqua lorda che perde dai tubi e fa un feto che non vi dico, e dentro s’attassa di freddo pure se fuori c’è lo scirocco arraggiato che si porta tutte cose compresa la voglia di vivere, e infatti una persona che ci lavora mischinella è sempre con il piumino addosso e ha il naso che cola pure a luglio, che fosse per me le staccherei un certificato medico SE NE VADA ALLE MALDIVE PER TRE MESI VADA VADA, e per andare in bagno devi passare da un ufficio che hanno costruito probabilmente quando Garibaldi ancora non aveva manco i baffi e infatti quando esci dal bagno che ti stai asciugando le mani sui pantaloni perché nel 1800 non credo fosse in cima ai pensieri questa cosa di lavarsi le mani, e quindi esci dal bagno e di fronte c’è la vetrinetta con il Il codice penale per il Regno d’Italia per brevità detto Codice Rocco, peccato che la vetrinetta è chiusa a chiave sennò lo prendevo e l’ammucciavo dietro la Bibbia di Gutenberg,

e insomma immaginatevi questa biblioteca bellissima con i libroni antichissimi su tutte le pareti, con molta polvere e molto buio, e una sala di lettura mezza vuota con poca gente, e la poca gente che c’è si porta da casa le prolunghe per attaccare i computer all’unica presa non tanto della biblioteca ma proprio di tutto l’isolato, perché l’elettricità ai tempi si vede che non si portava ancora, e mentre scrivo queste note di fronte a me c’è una ragazza che sta studiando La lingua salvata di Elias Canetti edizione Adelphi e intanto dà una controllatina alle story di Instagram, alla mia destra un ragazzo universitario prende appunti di matematica (o è fisica?) scrivendo a mano su un iPad, in fondo alla sala alcuni studenti delle superiori fanno i compiti tutti silenziosi e assistemati, nella postazione vicino all’entrata un signore molto anziano ha un libro di Clive Cussler poggiato sul tavolo ma intanto guarda con le cuffiette bianche una puntata di The big bang theory sullo smartphone poggiato sul libro di Clive Cussler,

ma il bene infinito che voglio a tutta questa gente non è niente in confronto alla signora impiegata della biblioteca che ho conosciuto poco fa e mi ha fatto venire voglia di aprire Internet e raccontare di lei, insomma sono andato a chiedere un libro di Maria Attanasio in prestito e la signora ha fatto un gran respiro, ha guardato l’orologio e ha detto Va bene un attimo ora glielo portiamo, prima persona plurale, e io ho detto Ok signora non si affanni, non abbiamo fretta, io intanto mi metto a studiare in sala lettura, e lei ha detto Ah quindi studia all’università?, e io sono scoppiato a ridere e ho detto Magari signora, MAGARI, e lei mi ha detto Ma perché ride scusi?, che c’è da ridere, io alla mia età sto studiando per prendermi il diploma, tra due mesi ho l’esame da esterna, guardi che non si smette mai di studiare e di imparare, e io mi sono fatto nico nico e ho smesso di ridere e ho detto Ha ragione, signora, ha ragione, e lei ha detto Mia sorella mi dice ma che ti importa, il lavoro ce l’hai, tra poco te ne vai in pensione, ma io invece lo sfizio di pigliarmi il diploma me lo devo togliere, è giusto?

e io ho detto Quindi quest’anno siamo di Maturità, mettendo molta enfasi ironica sull’accento sulla a, e lei ha detto Qualche settimana fa abbiamo fatto le simulazioni ed è andata, insomma benino vah, certo Letteratura Latina mi fa un poco antipatia, alla mia età è un poco pesante, le cose giuste, e io ho detto Signora la Letteratura Latina è sempre stato un chiummo e lo sarà sempre, e poi ho detto Signora ma a lei che gliene frega, basta che si piglia il diploma, e lei ha detto Ma infatti, a me basta che mi danno 60 che ora a quanto pare è il minimo e a me va bene, non è che devo fare i concorsi, vah, e io ho detto Ma infatti signora, che gliene frega, lei si sta diplomando per il piacere di diplomarsi, e lei ha sorriso e ha detto Proprio così, io voglio dire a tutti che mi sono diplomata, e io ho detto ridendo Soprattutto a sua sorella, e lei si è messa a ridere e abbiamo riso assieme e lei ha detto Ora le portiamo il libro, e io ho detto Va bene vado a studiare in sala lettura nel frattempo, e questo era per farvi capire che a volte capita di volere molto bene anche a persone sconosciute che chissà quando me lo portano il libro che mi serve, ma vabbè, a noi che ce ne frega, le cose giuste.

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Nico Morabito

Parigi e Palermo. Autore e sceneggiatore. Le Favolose (Venezia 22), La dernière séance (Queer Lion, Venezia 21), Fuori Tutto (best doc italiano, Torino 19)